IL
CARATTERE
"I Nostri Cani" di Aprile 2003
"Beagle. BeagleHarrier ed Harrier" del Giugno 2003
Il Beagle ha avuto nel nostro
paese una diffusione lenta, ma costante, senza periodi di boom o di oblio e
senza subire l’influenza di mode passeggere.
Il successo deriva sicuramente dal suo appeal, ma
si basa anche su un’oculata opera di informazione e promozione portata avanti negli anni da un gruppo
di appassionati riunitisi nel Club Beagle, Beagle Harrier ed Harrier, sezione
speciale della Pro-Segugio “L. Zacchetti”.
La razza ha così allargato la sua base di
appassionati, siano essi: cacciatori, espositori o proprietari, migliorando
nello stesso tempo lo standard di qualità.
Recentemente la razza è stata purtroppo oggetto di tristi episodi di cronaca, con sequestri e furti di cuccioli destinati alla sperimentazione animale, che ha mosso a pietà il grande pubblico, ma evidentemente non i legislatori e gli amministratori pubblici che tollerano ancora questi commerci nonostante le evidenze scientifiche dimostrino l’inutilità di tali pratiche, richieste purtroppo da diverse normative sanitarie.
Nonostante il Beagle abbia raggiunto una discreta
notorietà, chi vuole avvicinarsi alla razza viene spesso disorientato dai
consigli di pseudo-intenditori, che hanno sempre pronto il racconto delle più
rocambolesche avventure capitate, magari, ad un amico del loro amico.
Le opinioni che si possono così raccogliere circa
il carattere sono totalmente divergenti e spaziano dal “terribile distruttore”
al “cane più buono del mondo”.
Tentiamo allora, da queste pagine, di dissolvere
un po’ delle nebbie che avvolgono questo importante aspetto della razza, sicuri
che i lettori e gli amici allevatori saranno un valido veicolo di informazione.
Occorre innanzitutto distinguere tre elementi che
concorrono a determinare il carattere: quello ancestrale (istinto), quello
forgiato nel tempo con la selezione e l’influenza che noi possiamo esercitare
con l’ambiente e l’addestramento.
La tradizione del Beagling, praticato da pochi
intenditori anche in Italia, non prevede l’uso di armi, ma permette al cane di
esprimere una caccia naturale che
attinge direttamente all’istinto predatorio e di branco.
Si potrebbe, in questo caso, dire che l’uomo è
l’ausiliario del cane e non viceversa; il vero cacciatore è il Beagle.
Per questo motivo nel Beagle, come in molte razze
di segugi, si è mantenuto vivo l’istinto naturale alla predazione, che comporta,
dal punto di vista del carattere: indipendenza, iniziativa, intelligenza,
tenacia ed esperienza.
Il Beagle è stato allevato in Inghilterra fin dal
medio-evo in mute numerose e secondo la tradizione il pack è composto da 15
“coppie” di soli maschi o sole femmine.
Tenere così tanti cani, tutti insieme, senza che
si scatenino delle risse colossali comporta un’attenta selezione del carattere,
che deve essere, allo stesso tempo, forte ed indipendente, ma docile e
socievole.
Erano quindi scartati dalla riproduzione tutti i
soggetti mordaci o rissosi, e ancor oggi si considera fuori standard un Beagle
che dimostri eccessiva aggressività nei confronti dei suoi consimili o
dell’uomo.
Chi acquista un Beagle, dovrebbe quindi avere come
base un cucciolo vivace e pieno d’iniziativa, ma desideroso di integrarsi nella
famiglia e perciò tenero e socievole con tutti.
Tocca ora al proprietario creare le condizioni
affinché il carattere si sviluppi
nel modo migliore evitando errori che possono rovinare irrimediabilmente la
psiche del cane.
A dire il vero, il primo passo spetta
all’allevatore, che dopo avere selezionato i riproduttori con coscienza e
serietà, deve consegnare un cucciolo ben socializzato, che nel periodo 40 – 60
gg abbia ricevuto il giusto inprinting dal rapporto con la madre, i fratelli e
l’uomo.
Una volta che il Beagle è arrivato nella sua nuova
casa, occorre stabilire subito le regole di convivenza, e applicarle immediatamente con fermezza
e perseveranza, anche se il cane ci sembra ancora troppo piccolo per capirle o
poterle mettere in pratica.
La famiglia dovrà essere per il Beagle come una
muta, con le sue attività e le sue regole; sarà pertanto normale portarlo con
noi per: la passeggiata, lo shopping, la cena, le ferie ecc.
Ricordiamo che uno dei fattori importanti per un
corretto sviluppo del carattere nel Beagle è l’esperienza, soprattutto nel primo
anno di vita.
Senza
un adeguato bagaglio di esperienze,
il disadattamento e la sottomissione possono prendere il sopravvento e
rendere il carattere sospettoso e pauroso.
Questo vale anche per l’addestramento alla caccia,
che richiede un lungo lavoro sul campo a diretto contatto con la selvaggina e in
situazioni ambientali sempre differenti; la collaborazione e il collegamento con
i compagni serve poi a creare il necessario spirito di muta.
Un altro condizionamento molto utile nel Beagle è il collegamento con il padrone, che, intendiamo, non sarà mai come quello del Border Collie con il suo pastore, ma serve ad insegnargli a prestare attenzione e a ritornare al richiamo, evitando spiacevoli inconvenienti legati ad una eccessiva indipendenza, per altri aspetti necessaria nella caccia..
In passato questa fase dell’educazione veniva
affidata dal Master della muta a famiglie, dette appunto “wolkers”, che tenevano
con se il cucciolo fino all’anno e gli insegnavano ,oltre a mantenere il
contatto con il padrone, tutta una serie di “buone maniere” che sarebbero tornate poi utili una
volta introdotto nella muta.
L’addestramento deve iniziare quando il Beagle è
ancora molto piccolo e segue naturalmente il padrone come se fosse la madre.
Lasciato libero in un luogo privo di pericoli,
chiamiamolo per nome, e gratifichiamolo con parole dolci e carezze quando si
avvicina.
L’esercizio si può fare da fermo o meglio
durante una passeggiata, rinforzandolo eventualmente con una piccola offerta di
cibo.
Con la pazienza si possono ottenere ottimi
risultati e quando il cane sarà adulto potrete fare jogging, cercare funghi nei
boschi o fare passeggiate a cavallo senza doverlo tenere per forza al
guinzaglio.
Lo stesso addestramento è utilissimo per
l’attività venatoria e permette al cacciatore di attrarre l’attenzione del cane
per fornirgli aiuti nella cerca o per farlo rientrare quando la battuta è finita o è andata a
vuoto.
Purtroppo non sempre la vita moderna consente di
trovare lo spazio e il tempo per svolgere al meglio tutte le fasi di un buon
addestramento, ma tenendo presente che: il periodo di apprendimento migliore
sono i primi mesi, fino all’anno e che una piccolo stimolo ripetuto con
perseveranza, nelle occasioni più disparate, è più efficace di poche lezioni
intensive, si possono ottenere comunque ottimi risultati.
Le doti necessarie al proprietario di un Beagle
per ottenere il meglio dal proprio cane sono: fermezza, pazienza e perseveranza.
La fermezza è indispensabile per non lasciarsi
intenerire dal suo sguardo dolce e concedergli di conseguenza deroghe che
rischiano di diventare con il tempo la regola.
La pazienza serve a non imputargli i primi insuccessi, mentre la perseveranza serve a mantenere nel tempo un rapporto di gioco costruttivo che rende accettabile la disciplina e le piccole costrizioni quotidiane.
Una buona dose di humor ci permetterà poi
di assaporare al meglio la sua giovialità e vivere
sereni.